Prodotta da un sistema di sfruttamento e discriminazione contro cui è necessario lottare dentro e fuori le galere!
Oggi si svolge a Cuneo un convegno dal titolo “Salute in carcere: un diritto negato?”. Il punto interrogativo con cui si chiude questo titolo svela da solo l’ipocrisia delle istituzioni quando parlano di carcere, e possono bastare a confermarlo le cifre con cui si è chiuso il capitolo delle morti nelle galere italiane l’anno scorso: 90 suicidi e 156 morti per malattia, overdose o cause non chiare.
Se questo convegno può rispondere all’attenzione di tante persone (pensiamo in particolare ai volontari che operano nelle strutture penitenziarie) che si impegnano su un piano umanitario nei confronti delle persone private della libertà, e può anche essere interpretato come un tentativo sincero, da parte di settori della politica istituzionale e della sanità pubblica, di ragionare sulle problematiche esistenti negli istituti penitenziari di questo Paese, manca però della lampante constatazione che il carcere è un’istituzione totale che nega OGNI diritto, anche quello alla salute, e per questo non è possibile “aggiustarlo” ma solo metterlo in discussione nel suo insieme.
Perché il carcere è un tassello fondamentale di un sistema politico, istituzionale ed economico che la privazione di libertà giustifica e amministra: non per nulla, fomentando una distorta “cultura della sicurezza”, si inaspriscono leggi e codici perché sempre più persone finiscano in galera (basti pensare al continuo sviluppo in senso punitivo dei decreti sicurezza) e nelle prigioni la reclusione divenga sempre più afflittiva.
Delegare alle stesse istituzioni che amministrano il sistema detentivo la soluzione di una catastrofe sociale in cui le istituzioni hanno fondamentali responsabilità ci sembra inutile e dannoso. Per questo siamo in strada a portare la voce dei reclusi e delle recluse che resistono quotidianamente alla cancrena del carcere e di quanti e quante, al fianco e alla pari delle persone recluse, fuori dalle istituzioni, si impegnano a costruire relazioni sociali di solidarietà, emancipazione e libertà.
Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali
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