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In Italia sono circa una ventina i bambini innocenti detenuti con le loro mamme. Ma fosse anche uno soltanto, costretto a conoscere il mondo e a trascorrere la sua infanzia dietro le sbarre, quella che stiamo per raccontarvi sarebbe comunque una battaglia di civiltà.

Autoritratti è un progetto di arte partecipativa che chiama in causa inconscio e letteratura.

ragazzi sospesi sono minori stranieri soli. Sospesi tra due mondi e due culture, sono giovani stranieri il cui status giuridico è duplice e contraddittorio.

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Brancaccio è un quartiere a nord di Palermo. Il feudo dei fratelli Graviano, le strade di Don Pino Puglisi. La ferocia della mafia e la grazia del martirio. Un luogo di frontiera, i cui abitanti spesso sono costretti a crescere prima del resto del mondo, a indurirsi di fronte alla vita.

Un uomo nella ‘ndrangheta, in carcere e verso una nuova vita

«Nostra patria è il mondo intero» non è solo il verso di una notissima canzone anarchica ma è anche l’icastica affermazione di quell’ideale cosmopolita che permea tutta la storia del movimento anarchico italiano.

Un uomo nella ‘ndrangheta, in carcere e verso una nuova vita

La camorra spiegata agli scugnizzi non è un saggio, un volume sulla storia della camorra, è un viaggio dentro le ferite che questa piovra provoca.
A parlare sono i ragazzi detenuti, a raccontare sono giovani scottati dall’oro che non luccica.

Carcere di Tempio, 1898.
Giovanni Antonio Oggiano è recluso per un crimine che non ha commesso. I meccanismi della giustizia sono lenti, la paura di non poter riacquistare la libertà fa sì che decida di mettere su carta la storia della propria vita.

In un mondo in cui chi sbaglia non paga mai, soprattutto i “potenti”, Andrea è stufo di aspettare, sa che le cose non cambieranno, che le manifestazioni, i presidi, i collettivi, l’attivismo, tutto è inutile.

«Ho provato a camminare lungo alcuni dei molti sentieri che tagliano, noncuranti, le frontiere terrestri dell’Italia. L’ho fatto in senso orario, inseguendo i numeri dell’orologio alpino da ponente a levante, come fanno le sue lancette.»

“Oltre” raccoglie un anno di lavoro delle detenute della sezione femminile della Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Cagliari-Uta.

“Il carcere è come la giungla amazzonica, come un paese in guerra, un’isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi”

Il mondo va ripensato anche dalle donne, e non solo per ciò che le riguarda: infatti non c’è niente che, riguardando le donne, non riguardi anche gli uomini.

Dovendosi confrontare con la presenza di persone migranti irregolarizzate in un contesto di indeportabilità, la polizia è stretta nel paradosso di dover applicare una legge impossibile da far rispettare.

Le carceri italiane, come quelle di ogni Paese, sono lastricate di odio e violenza, dentro un elenco infinito di vittime

Quali sono i pensieri delle donne detenute nella sezione femminile del carcere di Rebibbia

L’ascolto smarrito. Laboratori di scrittura presso dieci istituti penali per i minorenni in Italia

Fuggendo dall’Afghanistan, Alì e suo fratello avevano un sogno: arrivare in Italia. Ma quando finalmente il tredicenne Alì lo corona, scopre che le sfide non sono affatto finite.

Una storia vera, che ci ricorda come su tutto vinca la solidità degli affetti, la persistenza della nostalgia e del desiderio, capace di superare le distanze.

Hanno sfidato il deserto e il mare in cerca di un nuovo inizio. All’orizzonte c’è la speranza di una vita normale, libera dal peso di essere nati nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

Lasciare i propri figli nei Paesi d’origine e vivere per anni nel dolore dell’assenza è il destino di molte braccianti rumene e bulgare.

“La prima volta percepisco distintamente la porta che si chiude alle mie spalle. L’edificio è effettivamente molto brutto, ma mi appare subito accogliente. Non c’è neanche il metal detector”

Boza! è un’espressione che ricorre spesso lungo le rotte migranti. È un grido di vittoria – quando riesci a bruciare la frontiera e arrivare dall’altro lato – ma è al contempo un’esortazione ad agire, ad andare oltre nonostante i fallimenti.

E’ così che affonda Utopia, piroscafo della Compagnia di navigazione inglese Anchor Line, la sera del 17 marzo 1891. Trasportava emigranti dalle regioni del mezzogiorno a New York.

C’è un grido che si leva dalle bocche degli stranieri in Italia: Fuggire! 

Il carcere è, per sua stessa natura, un luogo di separazione, che per ogni detenuto segna una netta censura tra la vita prima di varcare le sue porte e quella che si svolge al suo interno.

Informazioni utili sui luoghi di reclusione italiani, con indirizzi ed elenchi completi.

Reportage su carcere, immigrazione, ambiente, sfruttamento, società, giustizia,……

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