Fiduciosi sì, cablati mai

Fiduciosi sì, cablati mai

Anche quest’anno si svolge a Rovereto il “Wired Next Fest”. I suoi promotori sponsorizzano senza tanti fronzoli l’Intelligenza Artificiale, la digitalizzazione di scuole, campagne e città, l’ingegneria genetica applicata alle piante e ai corpi, l’ibridazione tra umani e macchine. Che l’Intelligenza Artificiale serva innanzitutto a fare la guerra lo dimostrano sia i sistemi e i comandi d’arma impiegati nel conflitto in Ucraina sia il genocidio automatizzato in corso a Gaza. E infatti, a scanso di equivoci, Leonardo – che fornisce armi all’esercito ucraino e a quello israeliano – partecipa al festival sia come sponsor sia con la presenza del suo capo in materia di Strategia e Innovazione. Mentre promuovono di fatto la guerra robotica; mentre vogliono abituarci all’idea che i geni si possono aggiustare a piacimento – come i Lego, basta leggere bene le istruzioni dei corpi e delle piante –, i cantori della società e dell’umanità cablate – wired – ci promettono di realizzare imprese che il senso comune considera impossibili. Per quanto ci riguarda, gli crediamo sulla parola.
Ben pochi ritenevano possibile l’impiego della Bomba Atomica prima che Little Boy e Fat Man (che bei nomignoli per degli ordigni nucleari!) disintegrassero le popolazione di Hiroshima e Nagasaki. E chi avrebbe mai pensato prima degli anni Novanta che qualche Frankenstein al contrario s’ingegnasse a modificare geneticamente delle sementi per renderle sterili? O che negli anni Duemila si arrivasse a creare le prime scimmie transgeniche e ad installare dei microchip nel cervello? O che nel 2024 i programmi algoritmici per bombardare la popolazione di Gaza si sarebbero chiamati “Vangelo”, “Lavandaia” e “Dov’è paparino?”. La logica secondo cui bisogna realizzare tutto quello che è tecnicamente realizzabile è una logica totalitaria che sta compromettendo la vita sulla Terra e che ci sta incatenando mani e spirito a un potere sempre più accentrato e smisurato.
Obiettivo del festival è chiaramente quello di normalizzare la dismisura. Infatti, l’amara pillola distribuita da (eu)genetisti e tecnocrati è indorata da una carrellata di star della cultura pop. Al festival non manca nessuno, attrici e attori, comici, cantanti, influencer, icone di Netflix, sinistri radical chic, rapper “controcorrente”. Un minestrone di interventi di contenuto e pertinenza piuttosto dubbi, che hanno però un chiaro compito: rendere accattivante e radicare nell’immaginario comune l’adesione al furore del progresso tecno-scientifico.
Se qualcuno nutrisse ancora dubbi rispetto alla necessità di consegnarsi anima e corpo alla casta dei tecnocrati, non si preoccupi: nel festival non mancano certo voci “critiche” che parlano di empatia con la natura, femminismo intersezionale, parità di genere, attenzione ai bisogni sociali, sostenibilità, critica del positivismo – una parvenza di critica che in realtà cementifica l’inevitabilità dello sviluppo tecnologico e sottrae terreno a ogni possibilità di metterlo concretamente in discussione.
Si straparla della necessità di governare lo sviluppo tecnologico come se il pubblico fosse davvero contemplato, laddove a decidere la finalità delle tecnologie non è né la società nel suo insieme né tanto meno il singolo consumatore, bensì chi le finanzia, le programma e ne trae profitto e potenza. E infatti mai si è accentrata così tanta ricchezza in così poche mani in tutta la storia dell’umanità. Mai si è accumulato un potere di distruzione tale da far esplodere più volte il Pianeta. Mai si è giunti a considerare l’intero vivente come inerte materia prima.
Benché sia difficile non cedere alla tentazione di disperarsi, vogliamo raccogliere anche noi l’invito che gli organizzatori del “Wired Next Fest” dispensano sulle tovagliette dei bar: siate curiosi, siate fiduciosi.
Siamo estremamente curiosi di imparare da quelle comunità locali sparse ai quattro angoli del Pianeta che producono per vivere e non per accumulare, e che resistono alle multinazionali e alle loro guardie armate.
Siamo fiduciosi che per resistere all’assalto della mortifera alleanza di scienza, Stato e industria possiamo contare su alleanze ben più antiche e vitali: quelle con le foreste, i fiumi, i ghiacciai, gli animali selvatici.
Siamo fiduciosi che i possessori delle più grandi macchine di calcolo della storia abbiano fatto male i loro calcoli sul loro nemico meno prevedibile: la variante umana.

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