Lo Stato italiano è contro i tarantini
Da sempre usa questa città come discarica. Ha sempre preferito sacrificare la loro salute e l’aria che respiravano per l’interesse industriale. Li ha derubati del loro mare, della loro terra per l’interesse militare. Il governo Meloni è contro i poveri e gli emarginati, il disegno di legge 1660 ne è una dimostrazione. Abolendo la già scarse forme di sostegno alle fasce più deboli, smantellando i sevizi essenziali come la sanità, l’istruzione, i trasporti pubblici, la sicurezza sul lavoro, allarga il catalogo dei reati criminalizzando tutte quelle condotte in cui può incorrere chi non ha sufficienti mezzi di sopravvivenza. Occupare una casa potrà costare fino a 7 anni di carcere. Protestare per migliori condizioni lavorative fino a 4 anni. Protestare contro le “grandi opere’’ spesso inutili e devastanti per il territorio fino a 20 anni. Verranno criminalizzate le pratiche di dissenso, come i blocchi stradali (con pene da 6 mesi a 2 anni), la divulgazione di materiale informativo sia esso orale o cartaceo (con pene da 2 a 6 anni). Nelle carceri o nei centri di rimpatrio per immigrati non si potrà più protestare per le condizioni inumane a cui lo Stato sottopone i/le detenute, le pene arrivano fino ai 20 anni. Sebbene il governo Meloni abbia sempre sbandierato la retorica della famiglia, con al nuova legge sarà possibile incarcerare donne incinte o madri con figli piccoli. In questo Stato di polizia vengono potenziati i poteri degli agenti ai quali verrà consentito di usare armi private anche fuori sevizio aumentandone l’impunita. Anche questo governo è contro i Tarantini e la riaccensione dell’AFO1 del 15 ottobre scorso riconferma il siderurgico come opera di interesse strategico nazionale. Se il decreto 1660 diventasse legge protestare contro chi inquina in modo criminale potrebbe costare fini a 20 anni di carcere. Anche questo governo è sempre pronto ad aprire il portafoglio per i nuovi proprietari del siderurgico e per finanziare le guerre. Come sempre forte con i deboli e debole con i forti. Per questo e per altre ragioni il giorno 9 novembre alle 15 saremo sotto le mura del carcere di Taranto per portare il nostro saluto alle e ai reclusi.
Chi ama Taranto odia lo Stato